Titolo Proprio: Frontespizio con albero di Jesse
Autore: Ignoto
Collocazione: c. 101 r.
Classificazione: Bibbia, Teologia, Religioni
IconClass: 73A21
Datazione Certa: 1587
Tecnica: Xilografia
Dimensioni (altezza x base, centimetri): 17 x 23
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L’incisione in esame decora il frontespizio della seconda sezione del II tomo del Flos Sanctorum.
Conclusasi la trattazione relativa agli episodi della vita della Vergine, il Villegas affronta un nuovo argomento: la vita dei santi e dei Patriarchi, dedicando particolare attenzione alla genealogia della Vergine e di San Giuseppe suo sposo.
L’immagine usata come frontespizio e collocata immediatamente sotto al titolo ha uno scopo sicuramente didascalico e pertinente con gli argomenti affrontati in questa sezione.
La nuova sezione del Flos Sanctorum è datata 1589, mentre la parte dedicata alla Vergine è datata 1588. Il Villegas, scrittore prolisso era solito rimettere mano alle opere anche quando erano già compiute. Ogni volume del Flos Sanctorum presenta un’ulteriore ripartizione al suo interno, con datazioni discordanti e nuovi frontespizi, usati per sottolineare il cambio di argomentazione rispetto alla sezione precedente. La composizione risulta semplice e simmetrica, il patriarca Jesse sdraiato a terra su di un fianco sostiene la propria testa con il braccio e la mano destra. Sembra addormentato, situazione che rimanda ad un sogno profetico concernente la discendenza del dormiente. Alle sue spalle emerge il tronco dell’albero da cui scaturiscono quattro rami, due per lato. Ogni ramo, al posto dei fiori, presenta tre Re che nascono dal proprio sepalo, per un totale di dodici in tutto. Il tronco invece alla sua sommità presenta un ulteriore fiore con all’interno il Cristo tra le braccia della Vergine. Jesse, fu il padre di Davide ed è colui che iniziò la gerarchia reale di Cristo, ampiamente affrontata nei capitoli due e tre del tomo del Villegas, dedicati alla genealogia della Vergine e San Giuseppe. Jesse, risulta citato nel vangelo di Matteo e di Luca, come parte integrante della genealogia di Gesù, come anello di congiunzione della catena che partendo da Abramo arriva fino al Cristo. Il patriarca viene rappresentato in questa incisione come nel’iconografia classica: è un vecchio in tunica e mantello e sandali di tipo greco-romano. Le varie foglie dell’albero risultano essere quelle che in botanica si denominano Palminervie, cioè foglie con tre o più nervature e disposte come le dita di una mano, non si riscontra somiglianza con alberi realmente esistenti; i fiori, o meglio i sepali; invece, risultano probabilmente la raffigurazione del fiore dell’agapanto, massicciamente usato a scopo decorativo fin dal medioevo. I dodici re risultano poco caratterizzati, dodici busti coronati con scettro. Il numero dodici risulta puramente simbolico e usato anche in altre occasioni con lo stesso scopo. Si richiama l’attenzione a tal proposito alle vetrate della cattedrale di Chartres. La scelta di dodici re per rappresentare la genealogia di Cristo deriva da San Matteo. La Vergine con il bambino è assolutamente pertinente con la raffigurazione iconografica del soggetto nella storia dell’arte: Maria, ritratta frontalmente, indossa la tunica e il mantello e sorregge con il braccio destro il bambino nudo, mentre appoggia la mano sinistra sui suoi piedi. I precedenti iconografici di ispirazione per questa incisione potrebbero essere le vetrate medievali, con la loro caratteristica di essere lette dal basso verso l’alto, come l’incisione in questione e una stampa di Antonio Van Leest, basata su un disegno di P. van der Borcht, creata come illustrazione del Missale Romanum del 1574.
Bibliografia:
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