Titolo Proprio: Giuseppe patriarca
Autore: Ignoto
Identificativo: 12 et 13 [1] 2.27
Collocazione: c. 151 r.
Classificazione: Bibbia, Teologia, Religioni
IconClass: 11I16(+0)
Datazione Certa: 1587
Tecnica: Xilografia
Dimensioni (altezza x base, centimetri): 10,5 x 17
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Descrizione:

L’incisione compare cinque volte all’interno del II tomo del Flos Sanctorum e non è risultato possibile individuare un soggetto iconografico univoco, poiché viene usata in capitoli molto differenti gli uni dagli altri. La xilografia raffigura in primo piano, sulla sinistra, un profeta seduto di profilo con il mento poggiato sulla mano mentre contempla la città in secondo piano e spostata sulla destra. La scena, come la maggior parte della serie del Flos Sanctorum è ambientata all’aperto. La composizione risulta ben congeniata e simmetrica. Il profeta posto in primo piano all’estrema sinistra e la città in secondo piano all’estrema destra, rendono la scena suggestiva, prospettica ed armonica. L’ambiente circostante è brullo e montuoso, come in tutte le incisioni di questa serie. La città, convenzionale, contiene tutti gli elementi architettonici che individuano un agglomerato urbano. In primo piano arretrato e spostato sulla destra vi è un albero solitario, anche questo onnipresente nella serie analizzata. La xilografia non è firmata, si ipotizza quindi la realizzazione da parte di un allievo della bottega di Pedro Angel. La presenza di alcuni elementi per così dire “chiave” riscontrati anche in altre incisioni supporta l’ipotesi di una collaborazione tra Pedro Angel e allievi. L’incisione è suggestiva e armonica nel suo complesso, ma osservandola con attenzione si nota una carenza nella resa, soprattutto nell’anatomia del profeta. Il braccio sinistro, ad esempio, risulta assolutamente sproporzionato in confronto all’altro. Si segnala anche la corrispondenza dei tratti del volto con quelli di tutti gli altri volti della serie di incisioni non firmate direttamente da Pedro Angel. La xilografia assume nonostante il suo livello di esecuzione non altissimo una notevole importanza ai fini dello studio dell’insieme delle incisioni del Flos, per la scelta consapevole dell’artista di renderla il più possibile anonima, in modo che si potesse adeguare a personaggi e situazioni diverse. La prima comparsa si trova alla carta 151 r., alla fine dei cinque capitoli dedicati alla vita di Abramo. La sezione iniziava con la straordinaria incisione, firmata P.A, il Sacrificio di Isacco: non è possibile affermare con certezza che l’uomo seduto sia Abramo, in quanto non si riscontrano somiglianze nella resa dei volti e il Villegas non accenna a episodi in cui Abramo si trovi seduto fuori le mura di una città, e per questa ragione è possibile attribuirle solo un ruolo prettamente decorativo.


Bibliografia:

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