Titolo Proprio: L'albero di Jesse
Autore: Ignoto
Identificativo: 12 et 13 [1] 2.5
Collocazione: c. 13 r.
Classificazione: Bibbia, Teologia, Religioni
IconClass: 73A21
Datazione Certa: 1587
Tecnica: Xilografia
Dimensioni (altezza x base, centimetri): 10,5 x 17
Tag: Jesse, , ,

Descrizione:

Questa incisione compare nel secondo tomo del Flos Sanctorum, sette volte relativamente ai seguenti momenti del racconto della vita della Vergine: Immacolata Concezione, Natività, Visitazione, Circoncisione, Presentazione al Tempio, Fuga in Egitto e Assunzione; e un’ottava come frontespizio dell’ulteriore argomento trattato nell’ultima parte del volume “Storia della vita dei Santi e dei Patriarchi”.
La composizione risulta semplice e simmetrica, il patriarca Jesse sdraiato a terra su di un fianco sostiene la propria testa con il braccio e la mano destra. Sembra addormentato, situazione che rimanda ad un sogno profetico concernente la discendenza del dormiente. Alle sue spalle emerge il tronco dell’albero da cui scaturiscono quattro rami, due per lato. Ogni ramo, al posto dei fiori, presenta tre Re che nascono dal proprio sepalo, per un totale di dodici complessivi. Il tronco invece alla sua sommità presenta un ulteriore fiore con all’interno il Cristo tra le braccia della Vergine. Jesse, fu il padre di Davide ed è colui che iniziò la gerarchia reale di Cristo, ampiamente affrontata nei capitoli due e tre del tomo del Villegas, dedicati alla genealogia della Vergine e di San Giuseppe. Jesse, risulta citato nei Vangeli di Matteo e di Luca, come parte integrante della genealogia di Gesù, anello di congiunzione della catena che, partendo da Abramo, arriva fino al Cristo. Per la rappresentazione del patriarca l’incisore si collega all’iconografia classica: Jesse è rappresentato come un vecchio in tunica e mantello che indossa sandali di tipo greco-romano. Le foglie dell’albero sono quelle che in botanica si denominano palminervie, sono cioè foglie con tre o più nervature, disposte come le dita di una mano, mentre non si riscontra somiglianza con alberi realmente esistenti; i fiori - o meglio i sepali - invece, sono quelli dell’agapanto, pianta massicciamente utilizzata a scopo decorativo fin dal medioevo. I dodici re risultano poco caratterizzati: sono solo dodici busti coronati con scettro. Il numero dodici risulta puramente simbolico: è usato anche in altre occasioni con lo stesso scopo (si confrontino per esempio le vetrate della cattedrale di Chartres). La scelta di dodici re per rappresentare la genealogia di Cristo deriva da San Matteo. la Vergine con il bambino risulta assolutamente in linea con la raffigurazione iconografica del soggetto nella storia dell’arte: Maria, ritratta frontalmente, indossa tunica e mantello e sorregge con il braccio destro il bambino nudo, mentre appoggia la mano sinistra sui suoi piedi.
In questo caso l'immagine decora il capitolo dedicato alla nascita della Vergine. L’autore sta descrivendo la casa di Salomone in Libano, alta 30 cubiti, larga 50 e lunga 100: ogni caratteristica della casa rappresenta una virtù posseduta dalla Vergine. L’altezza è la fede, il numero trenta riferito all’altezza è a sua volta di natura simbolica, perché contenendo la ripetizione per tre volte del numero dieci, fornisce la rappresentazione di Dio uno e trino: trenta è infatti un numero finito, che al proprio interno contiene la ripetizione per tre volte del numero dieci, considerato perfetto. Ogni decina è una persona della Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo. La larghezza della casa di Salomone, 50 cubiti, rappresenta la speranza, seconda virtù teologale, mentre la lunghezza, 100 cubiti, è la carità. Caratteristiche queste, riscontrabili tutte nella figura della Vergine. Le sette colonne della casa di Salomone indicano i sette doni dello Spirito Santo: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore. Il trono collocato al centro della dimora è la Vergine: Gesù amministra e si riposa tra le sue braccia, proprio come faceva Salomone sul proprio trono. La Vergine, quindi, è la dimora dei piaceri di Dio edificata sulla terra tra creature selvatiche e ostili. Molto spesso, in arte, tra i vari attributi della Vergine, si trova utilizzato il motivo dell’Albero di Jesse, con evidente riferimento all’albero genealogico di Cristo che ha radici in Jesse, padre di Davide. Si ritiene dunque che la scelta dell’Albero non sia totalmente discordante con il testo in esame: si tratta piuttosto di una citazione della genealogia della Vergine, figura importantissima, scelta da Dio come madre di suo Figlio.
Precedenti iconografici quale possibile fonte di ispirazione per questa incisione potrebbero essere le vetrate medievali, con la peculiarità di essere lette dal basso verso l’alto - come accade per l’incisione in questione - ed una stampa di Antonio Van Leest, basata su un disegno di P. van der Borcht, creata come illustrazione del Missale Romanum del 1574


Bibliografia:

Immagini Interne a confronto

Nessuna immagine a confronto


Immagini Esterne a confronto

Nessuna immagine a confronto