La xilografia presente solo una volta all’interno del volume, raffigura la parabola del buon pastore.
Come riferisce il Villegas, l’assimilazione di Cristo a un pastore e dei cristiani a un gregge si basa sulle parabole riferite da Luca e Giovanni. L'incisione, come la maggior parte delle immagini presenti in questa serie dialoga perfettamente con il testo di riferimento; infatti al discorso LXII, la didascalia recita:«Christo racconta la parabola del buon Pastore, & nota le qualità, che dee hauere colui, che lo dee essere». In un’ambientazione bucolica, in primo piano sulla destra un pastore cammina seguito da un gregge di pecore. Sullo sfondo, un contadino di spalle al centro, semina un campo; mentre una donna sulla sinistra nutre un cane. Nel complesso l'incisione risulta ben strutturata e dettagliata.
Non esistono trattazioni iconografiche del soggetto in altre xilografie analizzate all’interno dei vari tomi del Flos Sanctorum posseduti dal duca Francesco Maria II Della Rovere.
Per un intrigante confronto, si rimanda a delle silografie anonime contenute all’interno di un Missale romanum, Commune Sanctorum, edito a Venezia in un arco temporale dal 1600 al 1630. Le silografie si somigliano tra di loro, è probabile che il precedente iconografico fosse lo stesso.

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