Gesù si trova nel fiume Giordano - visibilmente rappresentato su tutto lo sfondo - per essere battezzato da San Giovanni Battista mentre due angeli reggono i suoi vestiti. Nel XVI secolo non sono molto frequenti le rappresentazioni di questo episodio, però, è possibile menzionare un’opera del primo decennio del Seicento di Francesco Curia. Nel Curia sono stati ravvisati alcuni elementi barocceschi, soprattutto nelle cromie e nei giochi luministici. Il Battesimo di Cristo di Francesco Curia si svolge sulle rive di un Giordano appena accennato. Invece, viene inserita in primo piano, in evidenza, la croce astile del Battista accompagnata da un cartiglio su cui si legge «Ecce agnus dei». Un altro confronto può essere effettuato con l’opera attribuita a Palma il Giovane che venne eseguita per la Chiesa di Santa Maria in Castagnola a Chiaravalle nei primi decenni del Seicento. L’artista, nella fase finale della sua produzione, subì gli influssi della pittura veneta, le novità di quella romana ma anche le suggestioni marchigiane. Venne ingaggiato spesso in committenze roveresche, prima da Guidobaldo II e poi da Francesco Maria II. In questo dipinto dalla composizione verticale Cristo è immerso nelle acque del Giordano fin sopra le caviglie mentre San Giovanni Battista si avvicina e gli bagna la testa. Nella parte superiore del dipinto la colomba dello Spirito Santo, irradiata da una luce sovrannaturale, irrompe nella scena. Nella sottoscansia c’è un’altra scena di Battesimo di Cristo nel testo di Bartolomeo Meduna (12-13 [2] 4. 18).

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