Un folto numero di persone è raggruppato intorno a un piano di appoggio coperto da una tovaglia. Un uomo pone un bambino su questo piano, probabilmente un altare. In questa immagine viene rappresentata la circoncisione di Cristo. La circoncisione era richiesta dalla religione ebraica come testimonianza di fedeltà a Dio ed era praticata da un sacerdote nel tempio. In questa scena Maria e Giuseppe offrono il bambino in mano al sacerdote, l'uomo rappresentato sulla destra.
L'autore del libro, Bartolomeo Meduna, tiene a specificare che Cristo venne circonciso per dimostrare al mondo la sua umanità anche se non ne avrebbe avuto bisogno, data la sua nascita senza peccato. La stessa xilografia viene utilizzata più volte nel testo. Questa illustrazione viene utilizzata anche una seconda volta nel testo, in corrispondenza della parte dedicata alla Purificazione della Vergine. Come era scritto nel Levitico (12, 1-8), una donna era considerata impura per i quaranta giorni successivi al parto. Passati i quaranta giorni, la donna doveva presentarsi al tempio offrendo un sacrificio che spesso consisteva in colombe. Probabilmente, non avendo a disposizione un calco specifico per questa scena, è stato riutilizzato quello più vicino tematicamente ovvero la Circoncisione che avviene, sempre nel tempio, alla presenza dei sacerdoti.
Federico Barocci nel 1590 dipinse una Circoncisione di Cristo, attualmente conservata al Louvre. Il pittore pone il bambino disteso in braccio al sommo sacerdote. Alcuni angeli osservano la scena e Maria viene rappresentata in posa orante mentre Giuseppe, dietro di lei, è accompagnato da alcuni pastori. Un ulteriore confronto può essere effettuato con il dipinto che Giorgio Picchi realizzò intorno al 1587 per la Chiesa di San Francesco a Mercatello sul Metauro. Il fastoso interno in cui è ambientata la scena riprende l’architettura della Cappella Paolina di Santa Maria Maggiore a Roma, alla cui decorazione il Picchi aveva partecipato.