La xilografia raffigura in primo piano un quadrupede stilizzato di difficile interpretazione e in secondo piano sulla sinistra un uccello di grandi dimensioni e accanto a esso un secondo volatile notevolmente più piccolo. In questo passo si descrivono due uccelli: la Bistarda e la Bonosa. Il primo è un uccello di grandi dimensioni, comparabile all’aquila per statura. Tuttavia, a differenza di quest’ultima, ha un volo lento e impacciato: riesce a sollevarsi da terra solo dopo aver battuto le ali due volte. Ha artigli simili a quelli dell’aquila e un becco adunco, segni tipici degli uccelli predatori. Nonostante ciò, non è una vera predatrice attiva: non attacca in volo o con agilità, ma si comporta come un uccello spazzino. Se trova un animale innocuo, come una pecora, raduna altre bistarde per cacciarla in gruppo, ucciderla e nutrirsene. Si nutre anche di carcasse, e a differenza di altri uccelli carnivori, non disdegna l'erba. Nel piumaggio presenta zone bianche sulle ali e sulla coda, e in generale il suo aspetto richiama quello dell’aquila. Non essendo capace di volare in alto, non depone le uova sugli alberi, ma direttamente a terra, dove le cova. La Bonosa invece è un uccello che vive nelle regioni della Germania. Ha una carne nera all’esterno e bianca all’interno, con un sapore simile a quello della pernice, ma la sua grandezza è simile a quella di una gallina. La parte più singolare della descrizione riguarda la sua riproduzione: il maschio, durante la stagione dell’accoppiamento, corre a bocca aperta fino a quando non emette della schiuma. La femmina si avvicina, raccoglie la schiuma con il becco e, da questa unione, concepisce le uova, che poi depone.

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