Titolo Proprio: Cappone e succhiacapre [Capo; Caprimulgus]
Autore: Ignoto
Soggetto: cappone; succhiacapre
Collocazione: c. 48r
Classificazione: Medicina
IconClass: 34B232; 47I2142
Datazione Certa: 1536
Tecnica: Xilografia
Dimensioni (altezza x base, centimetri): 6,4 x 5,1
Tag: Caprimulgus, Capo, capra, gallo castrato

La xilografia raffigura tre uccelli intorno a un caprone. Il capitolo descrive il cappone (capo) e il succhiacapre (caprimulgus). Il primo è un gallo castrato appositamente per favorirne l’ingrasso e rendere la carne più tenera, quindi più adatta all’alimentazione. Secondo Dioscoride, i capponi vivi venivano usati nei casi di avvelenamento: si aprivano e si applicavano vivi sui malati per assorbire il veleno. Era importante sostituirli frequentemente. Il cervello di cappone, soprattutto se mescolato al vino, veniva utilizzato per fermare il flusso di sangue. La pelle secca e pestata dello stomaco, bevuta o usata in suffumigi con vino, serviva a: regolare gli eccessi dello stomaco, curare problemi digestivi, ammorbidire l'intestino e eliminare umori crudi, in particolare la bile nera (umore legato alla malinconia nella medicina umorale). Il brodo di cappone era considerato un alimento medico utile contro: febbri intermittenti, tremori, gonfiori gastrici, disturbi arteriosi. Infine la bile del cappone era particolarmente apprezzata in oftalmologia. Il Succhiacapre, invece è un uccello notturno, simile a una grossa merla, chiamato anche agochiles, ovvero “colui che succhia il latte delle capre”. Viene descritto come un ladro notturno: di notte entra negli ovili e succhia il latte direttamente dalle mammelle delle capre. Questo causerebbe malattie alle mammelle e addirittura cecità alle capre. Plinio il Vecchio lo descrive come un animale notturno e misterioso, che approfitta dell’oscurità per sottrarre latte.
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Bibliografia:
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