Titolo Proprio: Elefante [Elephas]
Autore: Ignoto
Soggetto: Elefante
Identificativo: 48 [1] 18.56
Collocazione: c. 19r
Classificazione: Medicina
IconClass: 25F25(ELEFANTE)
Datazione Certa: 1536
Tecnica: Xilografia
Dimensioni (altezza x base, centimetri): 6,4 x 5,3
Tag: docilità, intelligenza, sangue, ossa

Descrizione:

La xilografia raffigura un elefante. Secondo Aristotele, l’animale si distingue per una docilità superiore a quella di ogni altra bestia. Questa disposizione lo rende adatto a eseguire azioni rituali simboliche, come l’atto di inchinarsi o adorare il re, considerato manifestazione della sua capacità raziocinante. Isidoro di Siviglia ne sottolinea l’elevata intelligenza, ritenendolo superiore a tutti gli altri quadrupedi. Numerose fonti confermano che l’elefante sarebbe in grado di riconoscere l’autorità in base all’aspetto e all’atteggiamento, e di omaggiarla spontaneamente. Tali racconti, pur infondati sul piano etologico, riflettono una visione antropocentrica e gerarchica della natura, in cui l’animale “intelligente” riconosce la superiorità dell’uomo, specialmente del sovrano. Anatomicamente, l’elefante viene descritto come privo di articolazioni visibili, dotato di zampe robuste e dritte simili a colonne, piedi rotondi e pelle molto dura nella parte superiore del corpo. Non potendo piegarsi e rialzarsi agevolmente, si sostiene agli alberi per dormire; questa abitudine viene sfruttata dai cacciatori per tendergli trappole, segnando e abbattendo gli alberi di appoggio. Nella sezione dedicata alle operationes, sono riportati gli usi terapeutici attribuiti alle varie parti del corpo dell’elefante, secondo una prospettiva medico-magica tipica della tradizione dei bestiari medievali, di cui l’Hortus Sanitatis è considerato un autorevole erede. Il sangue è ritenuto utile per vari scopi medici, il fumo delle ossa è creduto capace di allontanare le fiere, e le ceneri dei denti vengono impiegate nella cura della dissenteria o nella preparazione di colliri. I denti stessi, bruciati o assunti con vino, si dice proteggano dagli incantamenti. Ai testicoli si attribuiscono effetti afrodisiaci. Anche la pelle e le ossa trovano impiego, rispettivamente, nella fabbricazione di cuoio resistente e di oggetti solidi. Tuttavia, la carne dell’elefante non è consumata, e alcune culture, come quella persiana, ne vietano espressamente l’uso alimentare. Il profilo dell’elefante che emerge da questa trattazione non è dunque esclusivamente zoologico, ma intreccia elementi etici, simbolici e terapeutici, secondo la visione del mondo propria della tradizione dei bestiari.

Note:

Immagine aderente


Bibliografia:
1) Hortus sanitatis, quatuor libris hæc quæ snbsequuntur complectens. De animalibus & reptilibus. De auibus & volatilibus. De piscibus & natatilibus. De gemmis & in ueuius terræ nascentibus. Omnia castigatibus, quam hactenus uidere licuit, id quod aequus lector ex collatione facile peruidere poterit. Appositus est index, ..., Argentorati, per Mathiam Apiarium, 1536 - (cc. 19r-19v)

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