L’immagine, con funzione descrittiva, rappresenta degli strumenti alchemici necessari al processo di distillazione dei minerali quali oro, argento, rame o «ogn’altro metallo che vogliono». Nell’immagine figura un forno di forma quadra, un recipiente posto a terra ma soprattutto delle «campane di piombo o di terra vitriata o di rame stagnate con becco di sfiato o canaletto» utili a favorire l’evaporazione delle sostanze riscaldate poste nel recipiente e coperte dalla campana che ne raccoglie quindi il vapore. Biringuccio utilizza questa xilografia come esempio didascalico ma anche per sottolineare l’importanza di saper estrarre le proprietà dai minerali riscaldati, nella costante ricerca di un elisir o «sostanza vitale qual spesso è di tanto nutrimento, che quasi ritorna in vita li corpi humani quando p le potenti & maligne egritudini, o per la molta vecchiezza sono tanto debilitati, che per morti si abbandonano». L’autore afferma di non essere propriamente un’alchimista ma neanche così distante «ne anco in tutto alloro proceder opposto» da quel modo di ragionare e considerare la natura e i minerali, se ne deduce quindi non un’adesione ma di certo un’ispirazione dalle loro calcinazioni, soluzioni, putrefazioni, sublimazioni.

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