Titolo Proprio: Frontespizio
Autore: Giulio Taccoli
Soggetto: Frontespizio
Collocazione: frantespizio
Classificazione: Arti liberali e varie
IconClass: 49M43
Datazione Certa: 1581
Tecnica: Calcografia
Dimensioni (altezza x base, centimetri): 28,3 x 17,6
Tag: allegoria, Apollo, Diana, Concordia
L’immagine rappresenta un frontespizio istoriato con una funzione decorativa ma anche didattica, poiché riassume i temi principali trattati dall’autore nel testo. L’incisione in rame è opera dell’orafo Giulio Taccoli, che realizza anche le immagini delle due monete poste all’interno del libro, ed è formata da una cornice su cui campeggia un sole brillante ed entro cui sono racchiuse tre figure allegoriche su piedistalli. Il sole posto al centro, è un rimando all’oro, il più prezioso dei metalli e sta ad indicare la materia da cui muoverà la dissertazione. Le figure stanti, invece, rappresentano tre divinità, ognuna connotata da un attributo cui è conferito un preciso significato: a destra Apollo con la lira che simboleggia la Vita, al centro Diana con l'arco e la mezza luna sul capo, che simboleggia la Verità e infine la Concordia, cioè la Pace, con la tradizionale cornucopia simbolo di abbondanza. Secondo l’autore questi sono i principi che regolano la pratica del fare monete, poiché permettono di ridurre tutto sotto un unico ordine. Sui piedistalli che sorreggono le divinità sono impressi tre motti: quello in corrispondenza di Apollo, recita 'recedant tenebrae' e ribadisce l’intenzione dell’autore, auspicata nella stesura del testo, di stabilire una dottrina perpetua sul fare moneta che venga estesa a tutto il mondo. Egli vuole infatti far luce sui dubbi insiti in tale materia, spesso oggetto di contraffazione e falsificazione per la diversità delle monete usate da una provincia all’altra e da una città all’altra, ponendo una serie di regole precise che pongano rimedio al disordine monetario di quegli anni. Il motto corrispondente alla figura di Diana riporta, invece, la dicitura 'candor meus irradiet' riferita all’argento, materiale di cui la Luna è costituita. Infine, sotto la figura della Pace è impresso l’invito a 'manutenenda semper', ossia a preservarla sempre, invito esteso anche al rispetto della naturale proporzione dei metalli nelle monete affinchè fossero il più possibile pure e non corrotte. Sopra la cornice, ai lati del sole, si trovano due vasi nei quali arde il fuoco, elemento per mezzo del quale era possibile individuare le imperfezioni dell’oro, dell’argento e di tutti gli altri metalli grezzi; ai due angoli superiori della cornice sono poste due aquile, animali che, secondo alcuni filosofi, rivolgevano i loro piccoli al sole prima di nutrirli e lasciavano morire quelli che non riuscissero a sostenere la vista dei suoi raggi, a simboleggiare che sarebbero state respinte tutte le monete non conformi all’ordine universale stabilito nella trattazione. Ai lati della cornice sono due mascheroni, quello di sinistra con la bocca chiusa e quello di destra con la bocca aperta; la loro presenza sottintende che solo coloro che sono in grado di ragionare sulle monete con ‘reale e filosofico fondamento’ dovrebbero discuterne e avere, anzi, l’obbligo di divulgare pubblicamente tale scienza, che merita di essere conosciuta da tutti i popoli. Infine, sul fondo del frontespizio, sotto i piedi delle tre allegorie è raffigurato un terzo mascherone con le sembianze di un mostro: un monito a denunciare come false e mostruose tutte le monete non conformi ai nuovi ordini e provvedimenti universali approvati dalle massime autorità religiose e politiche.
Bibliografia:
1) Scaruffi, Gasparo, L'alitinonfo di m. Gasparo Scaruffi regiano, per fare ragione, et concordanza d'oro, e d'argento; che seruirà in vniuersale; tanto per prouedere à gli infiniti abusi del tosare, et guastare monete; quanto per regolare ogni sorte di pagamenti, et ridurre anco tutto il mondo ad una sola moneta, in Reggio, per Hercoliano Bartoli, 1582 - (c. 19r)
2) Argelati, Filippo, De monetis Italiae variorum illustrium virorum dissertationes, quarum pars nunc primum in lucem prodit. Philippus Argelatus Bononiensis collegit, recensuit, auxit, necnon indicibus locupletissimis exornavit, volume 4, Milano 1752 - (p. 249)
3) Mazza, Angelo, Monducci, Elio, Zamboni, Maurizio, (a cura di), Palazzo Scaruffi: storia, arte, restauri, Parma, Reggio Emilia 2010 - (p. 10)
4) Santini, Alfredo, L'unione monetaria nel Rinascimento: l'alitinonfo di Gasparo Scaruffi per il duca d'Este, Ferrara 1999 - (p. 71)
5) Balletti, Andrea, Gasparo Scaruffi e la questione monetaria nel secolo 16, Modena 1882 - (pp. 57-58)
6) Alfieri, Laura, L’opera di Gasparo Scaruffi, L’Alitinonfo, "Economisti emiliani fra il 16. e il 18. secolo", Modena 1988 - (p. 23)
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