Titolo Proprio: Moneta d'oro
Autore: Giulio Taccoli
Identificativo: 50 [3] 5.2
Collocazione: c. 19r
Classificazione: Arti liberali e varie
IconClass: 25D13(GOLD)
Datazione Certa: 1581
Tecnica: Calcografia
Dimensioni (altezza x base, centimetri): 2,6 x 2,6
Tag: moneta, oro, sole, città

Descrizione:

L’immagine, con funzione divulgativa e didattica, rappresenta recto e verso di una moneta d’oro concepita dall’autore del testo al fine di illustrare alcuni concetti espressi nella sua dissertazione. Su una faccia è impresso l’anno 1579 - quando cioè fu effettivamente conclusa la stesura del testo - mentre sull’altra troviamo un motto in latino e tre indicazioni numeriche. L’autore chiarisce il significato di queste “note” al capitolo XXII del testo (c.18r), dove sostiene la necessità di imprimerle su tutte le monete, sia d’oro che d’argento, in qualsiasi posizione purché nell’ordine da lui elencato, in modo tale da risultare comprensibili a chiunque le leggesse: la prima nota indicava il reale valore della moneta (cioè la quantità di metallo in essa contenuto); la seconda ne indicava la lega o finezza del metallo; la terza quante di quelle monete fossero necessarie per equivalere al peso di una libbra. Viene inoltre menzionata una quarta nota, che non doveva necessariamente comparire sulle monete, ma dimostrava che il valore indicato nella terza nota fosse perfettamente corrispondente ad una libbra. È possibile che per concepire queste notazioni l’autore si fosse ispirato alle monete da 9 e 18 Grossi battute nel Ducato di Urbino da Guidobaldo II Della Rovere, sul cui bordo erano riportate due note che ne indicavano il valore e la lega. Sul bordo il motto inscritto 'recedant tenebrae', già citato nel frontespizio del volume sotto la figura di Apollo, fa riferimento alla rappresentazione di architetture e mura cittadine irradiate da un sole luminoso posto al centro della moneta e alla piccola iscrizione abbreviata ‘REG LEP’ (regnum lepidus: regno bello, splendente).


Bibliografia:
1) Scaruffi, Gasparo, L'alitinonfo di m. Gasparo Scaruffi regiano, per fare ragione, et concordanza d'oro, e d'argento; che seruirà in vniuersale; tanto per prouedere à gli infiniti abusi del tosare, et guastare monete; quanto per regolare ogni sorte di pagamenti, et ridurre anco tutto il mondo ad una sola moneta, in Reggio, per Hercoliano Bartoli, 1582 - (c. 19r)
2) Argelati, Filippo, De monetis Italiae variorum illustrium virorum dissertationes, quarum pars nunc primum in lucem prodit. Philippus Argelatus Bononiensis collegit, recensuit, auxit, necnon indicibus locupletissimis exornavit, volume 4, Milano 1752 - (p. 249)
3) Santini, Alfredo, L'unione monetaria nel Rinascimento: l'alitinonfo di Gasparo Scaruffi per il duca d'Este, Ferrara 1999 - (p. 107)
4) Balletti, Andrea, Gasparo Scaruffi e la questione monetaria nel secolo 16, Modena 1882 - (pp. 57-58)
5) Graziani, Augusto, Le idee economiche degli scrittori emiliani e romagnoli sino al 1848 : memoria premiata al concorso Cossa (1892) dalla R. Accademia di scienze, lettere ed arti di Modena, Modena, coi tipi della societa tipografica antica tipografia Soliani, 1893 - (p. 32)
6) Giannantonj, Giuseppe, L'alitinonfo e lo zecchiere: una storia di monete universali, s.l., 200? - (p. 37)

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