Titolo Proprio: Moneta d'argento
Autore: Giulio Taccoli
Identificativo: 50 [3] 5.3
Collocazione: c. 19v
Classificazione: Arti liberali e varie
IconClass: 25D13(SILVER)
Datazione Certa: 1581
Tecnica: Calcografia
Dimensioni (altezza x base, centimetri): 3 x 3
Dimensioni extra (altezza x base): 3.00 x 3.00
Tag: moneta, Diana, luna, argento

Descrizione:

La calcografia, con funzione divulgativa, raffigura le due facce di una moneta d’argento sopra la quale è riportato l’anno 1579. Come la moneta d’oro precedente, anche questa è provvista delle tre notazioni numeriche introdotte dall’autore alla c.18r e lungo il bordo dell’immagine è inciso il motto che recita 'candor meus irradiet', corrispondente a quello posto sotto la figura di Diana nel frontespizio. La figura della dea viene infatti replicata anche nel disegno al centro della moneta, questa volta però secondo la consueta iconografia di Diana che guida il carro della luna. Sono infatti presenti tutti gli attributi a lei associati, che spesso generano ambiguità con la quasi complementare figura di Artemide: la dea impugna l’arco e la faretra, mentre conduce un carro trainato da cervi e sul capo si trova il dettaglio distintivo della mezza luna, presente in tutte le rappresentazioni di tale soggetto. Servendosi della figura della divinità, l’autore intende porre l’accento proprio sullo stretto legame tra l’argento - materiale costitutivo della suddetta moneta - e la Luna, pianeta costituito a sua volta d'argento, come affermavano anche gli scrittori che trattavano la scienza dei minerali. Vuole inoltre dimostrare il rapporto di dipendenza delle monete d’argento con quelle d’oro: il valore delle prime doveva sempre trovare corrispondenza in quello delle seconde, nella divina proporzione di 1:12. Da notare come siano collegate fra loro le figure di Diana e Apollo, alla guida rispettivamente del carro del sole e della luna; uno dei simboli principali attribuiti al dio Apollo è proprio il sole, associato nel testo all’oro e più precisamente alla moneta d’oro sulla quale è inciso il motto corrispondente alla stessa divinità rappresentata nel frontespizio.


Bibliografia:
1) Scaruffi, Gasparo, L'alitinonfo di m. Gasparo Scaruffi regiano, per fare ragione, et concordanza d'oro, e d'argento; che seruirà in vniuersale; tanto per prouedere à gli infiniti abusi del tosare, et guastare monete; quanto per regolare ogni sorte di pagamenti, et ridurre anco tutto il mondo ad una sola moneta, in Reggio, per Hercoliano Bartoli, 1582 - (c. 19r)
2) Argelati, Filippo, De monetis Italiae variorum illustrium virorum dissertationes, quarum pars nunc primum in lucem prodit. Philippus Argelatus Bononiensis collegit, recensuit, auxit, necnon indicibus locupletissimis exornavit, volume 4, Milano 1752 - (p. 249)
3) Santini, Alfredo, L'unione monetaria nel Rinascimento: l'alitinonfo di Gasparo Scaruffi per il duca d'Este, Ferrara 1999 - (p. 107)
4) Balletti, Andrea, Gasparo Scaruffi e la questione monetaria nel secolo 16, Modena 1882 - (pp. 57-58)
5) Graziani, Augusto, Le idee economiche degli scrittori emiliani e romagnoli sino al 1848 : memoria premiata al concorso Cossa (1892) dalla R. Accademia di scienze, lettere ed arti di Modena, Modena, coi tipi della societa tipografica antica tipografia Soliani, 1893 - (p. 33)
6) Giannantonj, Giuseppe, L'alitinonfo e lo zecchiere: una storia di monete universali, s.l., 200? - (p. 37)

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