Titolo Proprio: Aquila e scarabeo
Autore: Ignoto
Soggetto: Aquila e scarabeo
Identificativo: 50 [7] 6.3
Collocazione: p. 7
Classificazione: Arti liberali e varie
IconClass: 25F33(EAGLE)(+531); 48A9831; 25F711(SCARABAEUS); 26A
Datazione Certa: 1607
Tecnica: Xilografia
Dimensioni (altezza x base, centimetri): 4,2 x 5
Tag: rapace, scarabeo, aquila, volatile

Descrizione:

Un grosso rapace, sembrerebbe un’aquila, sta su di un tronco secco volgendo lo sguardo alla sua sinistra. Ai suoi piedi c’è un grosso insetto.
Il rimando iconografico più evidente è con la favola di Esopo dell’Aquila e lo Scarabeo. Lo scarabeo voleva punire l’aquila per aver divorato un coniglio e così, ogni volta che l’aquila aveva le uova nel nido, lo scarabeo gliele faceva rotolare giù. L’aquila allora, si rifugiò presso Zeus perché le concedesse di nidificare nel suo grembo, come fece. Con uno stratagemma però lo scarabeo riuscì a distrarre Zeus e le uova di nuovo rovinarono tutte in terra. Da qui sarebbe nata la credenza per cui quando nascono gli scarabei le aquile non nidificano. Il monito da trarre da questa allegoria, secondo Alciati, è “Che alle volte si deve temere ancora le cose minime”.
Poiché non vi è connessione alcuna tra il significato allegorico dell’immagine e il contenuto del testo, concludiamo che si tratti di un’immagine qui usata solo a scopo decorativo.


Bibliografia:
1) Alciati, Andrea, Emblemi di Andrea Alciato huomo chiarissimo dal latino nel volgare italiano ridotti, Padova, per P. P. Tozzi, 1626. - (250-251)
2) Giorgi, Federico, Libro di M. Federico Giorgio, del modo di conoscere i buoni falconi, astori, e sparauieri, di farli, di gouernarli, & medicarli, con vna aggiunta nel fine della medesima materia, in Brescia, appresso Pietro Maria Marchetto, 1607. - (5-16)
3) Giammarco, Mario,(a cura di), Esopo, Favole, Roma 2012. - (4)

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