Descrizione:

L’uomo barbuto in figura ha le gambe divaricate, il braccio destro teso in avanti con il quale impugna la spada che ha la punta rivolta verso l'altro, mentre il braccio sinistro è a protezione del corpo. Con la punta della spada disegna, immaginariamente, alcune traiettorie di possibili colpi accompagnate da una didascalia esplicativa: la traiettoria curva designata con le lettere AB rappresenta il colpo di taglio; i punti designati con C, D, E, collegati a loro volta da una retta, sono i movimenti realizzabili con la punta della spada.
L’autore precisa che è sempre meglio colpire di punta, perchè «senza dubio alcuno la punta si deve preporre al taglio, si perche ferisce in minor tempo come anco per che ferendo in minor tempo fa maggior danno». A supporto di questa scelta l'autore sostiene che «i Romani che furon in tutte le imprese Vittoriosi assuefacevano i loro soldati delle legioni a ferir di punta solamente». Nel caso la punta della spada non fosse perfettamente allineata al corpo dell’avversario, l’autore consiglia di colpire in due momenti: inizialmente di taglio e poi di punta. In figura
Nella parte sinistra dell’illustrazione un uomo è in posizione di difesa, le gambe divaricate, il braccio destro disteso lungo il corpo impugna la spada mentre il sinistro è piegato in alto, a protezione dei colpi dell’avversario.

Bibliografia:
1) Grassi, Giacomo, Ragione di adoprar sicuramente l'arme si da offesa, come da difesa, con un trattato dell'inganno, & con un modo di essercitarsi da se stesso, per acquistare forza, giudicio, prestezza, in Venetia, appresso Giordano Ziletti, & compagni, 1570 - (pp. 22-23)

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